(nata
Mabowitz). Donna politica israeliana. Nel 1906 emigrò
dall'Ucraina negli Stati Uniti e qui aderì ancora giovanissima al
sionismo. Nel 1921 si stabilì in Palestina, dove militò nelle
organizzazioni sindacali femminili e poi nel Mapai, il Partito laburista
israeliano. Sposò Meyerson, nome che nel 1956 ebraizzò in
M. Allineata con la politica di Ben Gurion, nel 1948, alla vigilia della
prima guerra arabo-israeliana, si recò negli Stati Uniti per raccogliere
fondi per la difesa del futuro Stato israeliano. Fu firmataria, nel maggio dello
stesso anno, del proclama che diede vita ufficialmente allo Stato di Israele.
Dopo la nascita di quest'ultimo, nel 1948 fu la prima ambasciatrice israeliana
in Unione Sovietica. Ministro del Lavoro e degli Affari sociali dal 1949 al
1956, dal 1956 al 1965 fu ministro degli Esteri e rivelò una particolare
abilità nella trattativa diplomatica, soprattutto all'epoca della crisi
di Suez; nel 1966 fu eletta segretario generale del Mapai e nel 1969, alla morte
di Levi Eshkol, assunse la carica di primo ministro del Governo di unità
nazionale formato all'indomani della guerra dei Sei Giorni. Attuò una
politica di mediazione tra le varie correnti che componevano la coalizione di
Governo; per quanto riguarda i problemi interni, la sua gestione del potere fu
caratterizzata da un consistente impegno sociale, mentre in politica estera la
M. mostrò, riflettendo in ciò la linea dell'intero Partito
laburista, alcune incertezze circa la sorte dei territori occupati e finì
per scontentare tanto gli Israeliani quanto i Palestinesi. Da un lato infatti
difese il possesso delle conquiste del 1967 e si batté per una "pace
entro frontiere sicure"; in questa prospettiva, al fine di sconfiggere il
terrorismo palestinese, varò la pratica dei bombardamenti sui villaggi
del Libano meridionale, da cui si riteneva partissero le operazioni dei
fedain. D'altro lato però, nel 1973 il Governo da lei presieduto e
l'esercito israeliano si fecero cogliere impreparati dall'attacco delle forze
arabe di Egitto e Siria. La crisi del 1970 e le vicende della guerra del Kippur
dell'ottobre 1973 misero a dura prova la leadership della
M. L'attacco
arabo contro Israele suscitò una ondata di polemiche che culminarono
nella crisi del suo Governo. Alla
M. vennero imputati la
corresponsabilità degli errori commessi nella prima fase della guerra e
della impreparazione militare che aveva messo in difficoltà le forze
armate israeliane nella prima parte del conflitto. Nonostante la vittoria
bellica finale, le elezioni del 1974 evidenziarono una forte erosione di
consensi per il Partito laburista e la sua leader: la
M. fu indotta da
questo calo di popolarità a dimettersi da segretario del partito e da
capo del Governo. Ultima dei capi storici dello Stato di Israele, la
M.
rimase politicamente attiva anche dopo le dimissioni. Nel 1975 pubblicò
la sua autobiografia. Nel 1976 assunse la direzione del Mapai, con il compito di
orientare e controllare la politica del Governo (Kiev 1898 - Gerusalemme
1978).